Francesco Costa (1992 – data da destinarsi) nato per morire, vivo ciò nonostante.
Cresco nella solitudine delle Dolomiti bellunesi per migrare poi verso est, a Gorizia, dove partecipo alla scena musicale locale e mi laureo in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Vivo in Belgio, a Venezia e in Francia. Qui partecipo al movimento libertario lionese e lavoro come ricercatore presso il poeta e sociologo anarchico Mimmo Pucciarelli. Scopro la pittura, il pugilato e la fotografia – nel frattempo completo gli studi in Antropologia Culturale e ritorno a Venezia, dove vivo tutt’ora.
Ci sono frammenti inquietanti e fuori posto nella profondità di cose e corpi: quando li percepiamo ci scopriamo nostalgici di un qualcosa che non riusciamo a descrivere e tanto meno a fotografare, ma che esiste nell’esperienza. Questa brutalità inafferrabile è ciò con cui mi scontro quando scrivo, per oppormi alla violenza dei pomeriggi estivi e di quelle nostalgie che si affrontano a pugni nel costato, immagini e suoni, ma soprattutto parole. Per me la poesia è un’arma di offesa e di difesa fatta di aggressività, vedute di spiagge devastate e grida e concerti per ghiacci che si spezzano. Un’ancora a cui aggrapparsi, un coltello da infilare nelle reni del mondo, un urlo inutile e bellissimo lanciato contro il tempo che passa.
I miei versi sono apparsi in diverse riviste («Poetry Factory», «Il Visionario», «L’Altrove», «Asterorosso», «LaboratoriPoesia», «210A», «Atelier», «Poesia Ultracontemporanea»), una poesia dal titolo L’infinito è stata inclusa nella raccolta Inno all’infinito curata da Bruno Mohorovich (2021, Ed. Bertoni) e alcuni miei pezzi di prosa fantastica sono pubblicati dal Cucchiaio nell’Orecchio, quotidiano di scritture fondato da Francesco Gambaro e diretto da Gaetano Altopiano.
A Cipango (2020, Ensemble), la mia prima raccolta di poesie, hanno fatto seguito La foresta dei cedri (2022, Ensemble), Castigo (2023, NullaDie), Fuoco greco (2024, Ladolfi) e il libro satirico-fantafilosofico Manuale di filosofia fantastica (2022, Link).