“Tra illuminazioni liriche, idilli risolti nella malinconia berciante e rimpianti dai risvolti tragici sulla campitura di una Venezia cadaverica, la voce dell’autore si districa nella brulicante sequela di stimoli esterni che, nel loro costante e doloroso trapungere la coscienza poetica narrante, sono trasportati in un gorgo di rammarico e disinganno per poi giungere alla consumazione conseguente rivolta verso ogni limite e vestigio di umanità. Il poeta, liquefacendo nell’indagine condotta la realtà di cui esperisce il rigore mortale, risalta un quadro fenomenologico che si concretizza nell’alta definizione degli istanti, meticolosamente descritti come scarti di una storiografia del quotidiano che, al posto di essere glorificata in modalità affini alla tendenza di un certo filone di poesia, risulta interamente immersa nell’acqua putrida della sua Venezia ammorbata.”
…dalla prefazione all’opera di Carlo Ragliani
Presentazione
Venezia come metafora non serve che sé stessa. Venezia è un cimitero d’acqua in cui il caso mi ha portato, più o meno volontariamente, a seppellirmi e questi appunti insulari in forma poetica sono frutto del confronto con la marcescente architettura fisica ed emotiva di questa mia poco ferma terra di adozione. Venezia è una città che si sconta, che impone ritmi lenti e dunque riflessione, nostalgie, noie. Il Fuoco Greco era una miscela segreta usata dai bizantini a partire dal VII secolo in grado di provocare incendi inestinguibili con l’acqua ed è qui una metafora di quel sentimento bruciante del tempo che passa incarnato da un’isola che da sempre decade, sprofonda, si consuma di salsedine – e pur sta ritta sui suoi piedi di legno, accoglie, raccoglie e inestinguibilmente ferisce. Campo santo di ricordi in cui è impossibile non imbattersi, data la natura indolente ed errabonda della città, se così la si vuol chiamare, Venezia è investita in questi versi di un sentimento rarefatto che si trova da qualche parte tra la nostalgica inquietudine marina e l’astio dello straniero ingoiato dalle altrui vite. Ma in fin dei conti forse tutto ciò afferisce soprattutto all’amore, certo non ho saputo dire altrimenti quel che con la poesia ho provato a dire e cioè l’ustione dello spirito che queste pietre umide e salate causano a chi troppo se ne avvicini – la ferita aperta e incurabile di chi soffre uno strano male fatto di barche e colori e allegrie funebri, di chi ha ancorato un passato nei fanghi di questi bacini, la ferita aperta e incurabile che è quest’isola per il mare straripante di vite che la circonda.
Fuoco greco (2023, Ed. Ladolfi, ISBN: 978-88-6644-713-9) è ordinabile in tutte le librerie, presente fisicamente in alcune e disponibile presso tutti i maggiori negozi online.