“Tra pagine, un viaggio interiore all’interno dei ricordi dove viene elaborata una realtà opaca e leggera, ricca di sgomento per la presapochezza di tutto, per la percezione di un vuoto spaventoso, per le macerie ignorate e calpestate, per la cecità che contraddistingue la nostra epoca e ci porta a perdere la partita con il tempo e con gli affetti. Il terrore della perdita, della caducità dei rapporti sociali provvisori ed illusori.”

…dalla recensione per la rivista L’Altrove

Presentazione

Cipango era il Giappone di Marco Polo. Distante, favoloso, inquietante e irraggiungibile. Cipango è per me quell’angoscia che s’annida nelle cose, nei paesaggi, nel tempo che passa. È la brutalità di uno sfioramento, la violenza dell’est-Europa dei miei vent’anni o di un tardo pomeriggio estivo, la nostalgia per quello che non è stato. I frammenti che compongono questa raccolta sono i cocci disordinati di una rottura vecchia di dieci anni e mai ricomposta, sono preghiere rabbiose gridate contro un cielo sordo, allucinazioni terribili, sfoghi bellicosi, ma anche rassegnazioni, fotografie nostalgiche di momenti in bianco e nero, dichiarazioni d’amore e d’intenti. Parlano di Dio e di guerra, di violenza e macerie, di deserti, di freddo e distanze impercorribili.

 

Cipango (2020, Ed. Ensemble, ISBN: 978-88-6881-653-7) è ordinabile in tutte le librerie, presente fisicamente in alcune e acquistabile sul sito dell’editore e in tutti i negozi online.